lunedì, novembre 29, 2004

sillogismi

Ma se a Napoli con 15.000 poliziotti sul campo ci sono sparatorie in mezzo ai civili, un morto ammazzato e un attentato dinamitardo al giorno, rapimenti, ostaggi presi ammazzati e bruciati in macchina come un nepalese qualunque, non sarà che si deve fare una manifestazione anche contro i carabinieri a Napoli, dopo quelli a Nassiriya?
Sono anche loro "forze di occupazione", o no?

Aspetto fervente gli slogan: "Una, cento, mille Scampia"...

mercoledì, novembre 17, 2004

masochismo mediatico, the british way

Ho poco tempo per scrivere, e mi rincresce non poter linkare fonti o articoli di commento, ma la notizia che mi ha colpito di più in questi giorni della battaglia di Falluja è quella del "prigioniero" ucciso dai marines.
Lasciando stare le solite penose scenette di indignazione dei commentatori di casa nostra (per la serie "oddio, non sapevamo che in guerra si uccidesse la gente!"), il mio episodio "preferito" me lo ha regalato la BBC World.
Collegamento dell'inviata da Bagdad: prima notizia è ovviamente quella del povero mujahiddin ucciso dal marine. Commento del conduttore "this thing is really not going down well with arab public opinion, and it will compromise american efforts in the area".
Riassumiamo.
Per la BBC, le moschee e le scuole trasformate in caserme, i civili uccisi e lasciati per la strada, le case minate, le donne uccise perchè non erano velate, i soldati sgozzati, tutto questo non importa nulla.
Niente.
Nada.
Però, se nel mezzo della battaglia, un marine uccide un ferito, ecco trovata la notizia: il resto è irrilevante: l'obbiettivo di colpire l'America è raggiunto.
Non voglio nemmeno commentare.
Penso che non ce ne sia bisogno.

domenica, novembre 07, 2004

Vive la difference!

Lasciando i commenti sulle elezioni americane a quando avrò un po' più di tempo (ma che goduria, ragazzi! non per Kerry che non mi sta antipatico, ma per la legione di supporter ipocriti che si è guadagnato in Europa), mi preme oggi sottolineare gli avvenimenti in Costa d'Avorio.
Non sta mai bene gioire dei guai degli altri, ma quando gli altri sono la Francia di Chirac, beh allora credo che mi perdonerete...
Vedere la Francia invischiata in un guaio del genere mentre continua a criticare la gestione militare in Iraq è una rara soddisfazione: criticano i bombardamenti di Falluja, ma loro non ci pensano due volte a lanciare rappresaglie contro installazioni militari governative durante una missione di peacekeeping.
Priceless.

martedì, novembre 02, 2004

Sign of the times

Amsterdam=Bagdad?

Ovviamente le autorità minimizzano i potenziali contenuti scabrosi della vicenda, e i media quasi la ignorano nella cacofonia dell'elezione americana di oggi, ma oggi è stato ucciso Theo Van Gogh, regista olandese, nipote del celebre pittore, e autore di un controverso film ("Submission") sul trattamento delle donne nella società islamica.
Ora, sarà una coincidenza, ma a causa di questo film aveva ricevuto minacce di morte da gruppi islamici.
E il suo assassino è di doppia cittadinanza olandese-marocchina.

Avete capito bene?

Non so voi, ma a me questa notizia inquieta molto di più di un'autobomba a Bagdad o a Taba.
Non serve essere a Bagdad: il nemico è tra noi. Nella tollerante e solidale Olanda, che ha sempre aperto le braccia agli immigrati. Mi domando a quando i primi rapimenti e sgozzamenti a, che ne so, Milano? Temo che non ci vorrà molto.


crociate e distorsioni storiche

Siccome continuo a leggere un mare di fandonie sulle crociate, da una parte e dall'altra, credo che urgano alcune osservazioni (non particolarmente colte, magari, ma a volte leggendo alcuni post sembra che la gente non abbia neanche mai letto un bignamino qualsiasi...).
Innanzitutto, le Crociate come guerra di aggressione: questa è la bugia più colossale di tutte, e la madre di tutte le altre. Come si può in buona fede dimenticare che prima della I crociata l'Islam da più di 300 anni conduceva una campagna di aggressione e conquista territoriale nei confronti della cristianità? Che la gran parte dei territori musulmani erano cristiani fino alla conquista e alla conversione forzata (difficilmente vedo in maniera diversa da una forzatura il fatto che i non-musulmani avessero diritti inferiori nei territori sottomessi)? E che solo Carlo Martello aveva fermato l'espansione verso l'Europa? Inoltre, la prima crociata viene dichiarata anche perchè il governante musulmano dell'epoca aveva deciso di proibire i pellegrinaggi dei cristiani verso il santo sepolcro, che prima erano invece consentiti. Vorrei capire perchè, per persone per cui una passeggiata di Sharon costituisce un casus belli, invece gli stati cristiani dell'epoca, con un sentimento religioso di ben diversa intensità dal nostro, dovevano accettare questa offesa mortale senza reagire.
L'altra grande superficialità di molti nel trattare l'argomento è poi a proposito proprio di questo, del lato spirituale, probabilmente per contaminazione da parte del concetto storiografico marxista. Spesso cioè si ignora la sincera (almeno per una gran parte dei partecipanti) dimensione ideologica delle crociate, distorcendole attraverso un approccio alla realtà e alla spiritualità improntato al totale materialismo, che appartiene però solo al mondo post-industriale. Intendiamoci, c'era sicuramente chi nella crociata vedeva solo un'opportunità d'affari, ma questo non esaurisce le motivazioni di chi, fossero nobili o contadini, vi partecipava anche o soltanto per un reale sentimento religioso. Chi ignora la diversa mentalità dell'epoca commette quindi una leggerezza madornale.In ogni caso poi, non è realistico nè logico inquadrare le crociate al di fuori dello stato di guerra più o meno costante in atto tra l'europa cristiana e gli stati musulmani, essenzialmente ininterrotto dal VII secolo fino alle porte del XIX, quando la supremazia tecnologica e militare europea era divenuta insostenibile per i sempre più decadenti paesi islamici. Sarà pure retorico invocare l'assedio di Vienna come novella Poitiers, ma rimane il fatto storico di un espansionismo islamico costante e pericoloso nei secoli, di fronte al quale fanno un po' ridere quelli che invocano le crociate come offesa e aggressione all'Islam, che quindi si vorrebbe pacifista, quasi gandiano ante-litteram.
Ed è proprio qui il punto del mio discorso: nessuno qui (spero!) vorrebbe tornare ai tempi di San Giovanni d'Acri, il Saladino, l'assedio di Gerusalemme etc. Però, vorrei che chi evoca lo spettro delle crociate avesse la necessaria serenità intellettuale per inquadrarle nella realtà del loro tempo, e non usarle come strumento di pessima propaganda per gli stolti.
Come fa Bin Laden, guarda caso...