sabato, settembre 25, 2004

metariflessioni

La scorsa settimana ho avuto un piccolo momento di gloria quando un mio post è stato preso come lettera del giorno sul forum di Allam sul Corriere.it.
Però, c'è subito stato qualcuno, una certa Selima se non vado errato, che ha ripreso il mio post travisandone peraltro il contenuto in maniera pressochè totale.
Non ho risposto sul forum perchè non ho avuto tempo (busy, busy days...), ma ora mi prendo i pochi minuti necessari.
1) prima che dalla mia bocca esca il concetto ("ripreso" da Selima) che gli unici che lavorano per la pace sono i musulmani moderati (chi?), i cattolici (come dire che gli agnelli lavorano per il macellaio) e i pacifisti (gente che ammazzerebbe la madre per calcolo politico), l'universo può finire per morte termica o collasso gravitazionale o altro armageddon a vostra scelta.
Se mi sentirete dire cose del genere, vuol dire che mi hanno drogato, torturato, minacciato di morte, o meno drammaticamente travisato completamente come ha fatto la suddetta Selima.
2) Il vero senso del mio post, salvi tutti i buoni sentimenti (ho davvero amici musulmani, brave persone, e ci tengo alla loro salute), è che bisognerebbe cominciare a "responsabilizzare" i musulmani su quello che significa il fatto che ogni giorno vengono commesse nefandezze da persone che si qualificano loro correligionari.
La solita tiritera del "chi fa questo non è un vero musulmano", a parte essere un formidabile esempio di pilatismo, non vuol dire assolutamente niente.
Quando cadono le normali leggi di convivenza civile, come potrebbe accadere se l'offensiva terroristica verso l'Occidente dovesse intensificarsi, non conterà nulla se i terroristi abbiano seguito i dettami del Corano o meno. Conterà soltanto che si sono identificati come musulmani. E a quel punto, nel calderone (metaforico ma forse nemmeno più di tanto) non conteranno distinzioni tanto fini. Conterà soltanto la bandiera, lo slogan. E' già accaduto e non vedo perchè non potrebbe accadere di nuovo.
Ergo, se i musulmani moderati, questa araba (haha...) fenice dei giorni nostri, vogliono davvero mettersi al riparo da possibili (oserei dire probabili) reazioni terribili agli atti compiuti dai loro correligionari terroristi, devono, dico devono, cominciare a considerare il problema come se fosse anche loro, perchè lo è!
E capire che, in guerra, la non-belligeranza può essere una forma di ostilità essa stessa.
Finora la guerra al terrorismo è stata condotta da parte nostra come una riedizione delle "guerre in merletti" del XVIII secolo, quando si cercava di limitare le vittime civili, reinventando un diritto bellico dopo i carnai del '600. Poi arrivò la Rivoluzione Francese e la levée en masse, e buonanotte rispetto dei civili.
E da lì fino a giungere al climax della seconda guerra mondiale con le sue decine di milioni di vittime, solo in minima parte combattenti, i lager, i gulag e i loro strascichi moderni.
Siamo davvero sicuri che tempi simili non potrebbero tornare anche da noi?
Ecco, dicevo, perchè se fossi un musulmano in Europa oggi farei di tutto, ma proprio di tutto, per dissociarmi dai terroristi. Chiamatemi pure cinico, ma io di certo non mi fiderei della intrinseca benevolenza degli europei: la storia depone a nostro sfavore.
Se avete degli amici islamici, fateglielo capire, prima che sia troppo tardi.
Per la loro pelle, ma anche per la nostra anima...