lunedì, settembre 20, 2004

i terroristi, bravi ragazzi

In un fine settimana non particolarmente intenso, almeno per i terribili standard degli ultimi tempi, l'attenzione dei media continua a essere concentrata (oltre che su Miss Italia e sulla Loren, of course) sul tema degli ostaggi in Iraq, con le solite contraddizioni tragicomiche.
Se non fosse per l'ansia di apparire, di far vedere al mondo che si sta facendo qualcosa (e naturalmente di legare a una causa giusta come la liberazione degli ostaggi anche la propria convenienzuccia politica...), infatti, non si spiegherebbero le continue manifestazione a favore della liberazione degli ostaggi. Magari sembrerò cinico, ma qualcuno di quei signori con fiaccole e bandiere della pace pensa davvero che la stessa gente che la mattina manda un ragazzotto imbottito di idee balorde e tritolo a farsi saltare in aria in mezzo a un mercato facendo una ventina di morti, dovrebbe poi la sera essere commossa vedendo le manifestazioni di solidarietà? Le bandiere della pace? I discorsi tipo "loro erano lì per aiutare il popolo"?
E perchè, i volontari della Croce Rossa Internazionale che la Eroica Resistenza Irachena (così definita a quei tempi, e senza ironia alcuna, da una buona fetta della sinistra italiana) fece saltare in aria nel 2003? Quelli cosa facevano, di grazia?
O De Meillo, l'inviato assassinato di quell'ONU che in Iraq c'è sempre stato, solo a bassa voce, checchè ne dica quel codardo di Annan, che per salvare il pessimo track record del suo segretariato e deviare le voci di partecipazione dei suoi parenti nello scandalo Oil for food non esita a soffiare sul fuoco della polemica.
Per non parlare dei turchi o dei nepalesi sgozzati: alla faccia di quelli che "ce la siamo voluta andando in guerra" o dei fautori delle soluzioni alla Zapatero.
Quindi, tutti non a condannare il rapimento, giammai: i Bravi Ragazzi con il coltello potrebbero innervosirsi. Blandiamoli invece, facciamo vedere che facciamo come loro ci chiedono (questo chiede, testualmente, Diliberto in un'intervista sull'ultimo numero di Panorama).
Dopotutto, sono bravi ragazzi: vedrete che se li trattiamo con un po' di amore ci ricambieranno...
Ora, voi ci scommettereste la vostra di testa?
Mi dispiace, ma io no.
Temo che le due ragazze siano già morte, vittime di una religiosità assassina e della loro stessa concezione della realtà, per certi versi lodevole ma cieca per altri, ora drammaticamente fondamentali. Temo questo perchè non credo che chi uccide innocenti senza rimorso, sia poi preso da incontrollabili istinti benevoli guardando delle manifestazioni in tv.
E temo che molte altre saranno le vittime di questa combinazione: gli agnelli che volontariamente vanno al macello, perchè i loro cattivi maestri gli hanno fatto credere che il nemico sia in fondo un amico e che la guerra sia una realtà gestibile e controllabile dai singoli.
Spero di sbagliarmi.