giovedì, dicembre 02, 2004

con la forza non si risolve mai nulla... o no?

Feeling post-Falluja.

Non molto documentato nè linkato, come fenomeno, ma mi sembra proprio che in questi ultimi giorni il livello di violenza in Iraq sia diminuito (dico questo sperando che il mio murphy-field personale non sia così potente da avere conseguenze geopolitiche...).
Comunque, dicevo, si torna ai fondamentali: siamo in guerra, c'è un nemico, se ammazzi il suddetto probabilmente vinci.
Sarà brutale e cinico, ma è tonificante nella sua mancanza di sfumature buoniste.

Sviluppandolo meglio, questo argomento meriterebbe in realtà un post di ben altro spessore, magari con qualche sfoggio di cultura. Ma credo che un fatto da bignami di sociologia si possa discutere pure qui, tra il serio e il faceto. La forza, intesa come applicazione o minaccia della violenza, è un messaggio trans-culturale. Tutti la capiscono, perchè è parte della natura umana, e tutti vi si possono relazionare. Mentre, e so che l'ho ripetuto moltissime volte, fatico anche solo a immaginare quale terreno comune di discussione e confronto si possa trovare con uno sgozzatore bombarolo jihadista. Non vedo come un mujahiddin fanatico possa accettare le nostre ragioni che, anche quando laiche, partono da fondamenta culturali cristiane.
Mentre il messaggio della presa di Falluja è semplice, cristallino, privo di nuance culturali: desisti o muori. Che poi è quello che vogliamo che facciano i terroristi, o no?
Insomma, anche un Hellfire può servire al dialogo tra culture.
Sort of...