martedì, ottobre 12, 2004

politica UE filo-israeliana???

[altro mio post dal forum "Noi e gli altri" del corriere.it, in risposta a un lettore che definiva la politica UE come troppo filo-israeliana]

Una breve replica, anche se la complessità dei temi richiederebbe ben altro.Per prima cosa: io non esento Israele dalle critiche, bensì dare una mia preferenza a una delle parti, preferisco un imperfetto ma democratico e, tutto sommato amico, Israele che non un'autorità palestinese i cui unici tratti salienti sono la corruzione e la sete di sangue. Razionalmente è solo una questione di male minore, a livello emotivo c'entra anche il fatto che gli "amici" palestinesi non si sono mai fatti scrupolo di colpire anche in Italia quando gli tornava comodo.Detto questo, il punto originale era se la politica europea fosse filo-israeliana o meno, e lì rimango fermamente convinto di quanto ho già asserito: a parole tutti filo-israeliani, in pratica abbiamo 4000 membri di organizzazioni terroristiche palestinesi che ricevono stipendi UE, ma anche una elite palestinese sempre più piena di conti in Svizzera mentre il loro popolo è nella miseria più totale, e questo a fronte della maggiore erogazione, da parte europea, pro-capite di aiuti economici nella storia.Era solo questo il senso del mio discorso: a parole tutti solidali con Israele, probabilmente a causa dei nostri scheletri nell'armadio degli ultimi secoli, ma nei fatti è per i palestinesi (e per -quali- palestinesi!!) che mettiamo la mano nella borsa. E credo che sia questo quello che conti, alla fine.Non suggerisco che dovremmo abbandonare i palestinesi al loro fato o schierarci incondizionatamente al lato di israele. Tutt'altro. Ma una posizione netta, e moralmente forte, al posto del mix di retorica politically correct e intrallazzi politici e economici (e tutte le zozzerie che ne conseguono) che adottiamo ora: questo non solo aiuterebbe il processo di pace, togliendo una sponda a chi, come Arafat o lo stesso Sharon, prosperano nel conflitto, ma rafforzerebbe anche la nostra autorità nei confronti dei paesi arabi. Insomma: che si definisca quale piano di pace è conforme ai nostri interessi europei e contemporaneamente accettabile dalle parti, e poi si subordini ogni tipo di aiuto o concessione commerciale all'accettazione di questo. Potrà sembrare ingenuo un riferimento al bastone e alla carota, ma alla fine è da sempre proprio questo il principio base della diplomazia (almeno di quella efficace). La carota da sola, e pure servita male, non serve a molto, sennò non saremmo ancora qui dopo 60 anni a parlare di palestina e israele... Saluti.