domenica, ottobre 17, 2004

la democrazia alla guerra e il mito della convenzione di ginevra

Oggi il NYT pubblica un articolo in cui "ex-membri del personale del centro di detenzione di Guantanamo" denunciano gli abusi lì commessi sui prigionieri.
In primo luogo mi viene da notare il dubbio tempismo, a meno di 20 giorni dalle elezioni, ma il New York Times d'altronde è ben noto da che parte stia.
Detto questo, una lista degli "abusi" commessi sui prigionieri rivela che questi consistono nell'interferenza nel ciclo del sonno, nell'ascolto forzato di musica rap e heavy metal ("tra cui Eminem"-sic), e in variazioni della temperatura nelle zone di detenzione.
Ora, mi rendo conto che rischio di urtare la sensibilità di qualcuno, ma dopo aver letto mi chiedevo se fosse una burla o meno.
Rileggo e penso: uno dei principali giornali d'America, per di più basato a New York, sta montando un caso politico sul fatto che alcuni detenuti di Guantanamo (nota bene, solo 30 identificati come i più pericolosi) vengano forzati ad ascoltare Eminem. E io pirla che mi sono comprato il cd per 20 sacchi...
A parte gli scherzi, articoli come questo denunciano lo scollamento dalla realtà dei media liberal (nel senso anglosassone della parola), che evidentemente ritengono che combattenti ostili, catturati nel corso di operazioni militari, con armi in pugno e al servizio di un governo criminale e oscurantista complice di atti di mega-terrorismo nel mondo intero, debbano essere trattati non solo "bene", ma addirittura meglio di quanto facessero i loro stessi capi.
Qui non parliamo di ragazzotti del Bronx sorpresi a rubare autoradio, parliamo di guerriglieri agli ordini di un potentato terrorista che aveva instaurato la peggiore dittatura sulla faccia del pianeta (con la possibile eccezione del nostro "amico" Nordcoreano Kim Jong Il ocomediavolosichiama). Parliamo di gente che probabilmente è in possesso di informazioni su futuri atti terroristici. I principi sono principi, ma francamente ritengo la vita dei nostri soldati (e civili!) più importanti del confort acustico di un talebano!

A coloro che invocano la convenzione di Ginevra poi, mi premeva far notare due cosine semplici semplici:

1) la convenzione è valida solo per le ostilità tra stati firmatari

2) e più importante: la convenzione di Ginevra riguarda i diritti di SOLDATI IN UNIFORME. Il che per definizione esclude il terrorista talebano in abiti civili. Se non avete l'uniforme e venite catturati nel compimento di atti ostili o semplicemente in territorio nemico, allora siete spie: uguale zero diritti e fucilazione. Dura lex sed lex. Non so voi ma io preferirei ascoltare un po' di Eminem.

In verità mi rendo conto che il problema sia certamente più complesso e colmo di complicazioni etiche, e personalmente il solo pensare a simili (pur tutto sommato blandi) strumenti di costrizione in mano ai giudici italiani mi fa venire brividi di terrore. Ma rimane il fatto che le democrazie occidentali sono impegnate in una guerra diversa da tutte quelle che l'hanno preceduta, e ostinarsi ad utilizzare forme mentali e giuridiche nate in altre epoche e con altri nemici è inutile e dannoso.

Ci sono qui due esigenze in conflitto: il rispetto della nostra anima occidentale e liberale, e quindi del concetto di diritti civili e politici su cui si fonda; ma anche l'esigenza di non essere schiacciati dal nemico che ci assale, per non parlare poi del diritto delle singole vittime del terrorismo di non essere tali.
Guantanamo è evidentemente una soluzione meno che perfetta e per alcuni aspetti odiosa a un problema reale. Ma proprio perchè il problema è reale, chi critica dovrebbe avere la decenza di portare delle soluzioni in alternativa.
Il resto è demagogia.